Il Seminatore by Riccardo Perissich

Il Seminatore by Riccardo Perissich

autore:Riccardo Perissich [Perissich, Riccardo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Longanesi
pubblicato: 2013-09-11T22:00:00+00:00


Stati Uniti, ore 12.00

Lo avevano incappucciato, probabilmente perché volevano girare a viso scoperto. Il tragitto durò meno di un’ora, fino a un luogo che a giudicare dal rumore sembrava un piccolo aeroporto; poi lo avevano caricato, sempre ammanettato, su un elicottero. Valente si era chiesto in quale momento gli avrebbero legato un peso ai piedi prima di gettarlo in mare. Invece, dopo un paio d’ore di volo l’elicottero si posò. Fu il turno di un veicolo che sembrava un’automobile; questa volta lo misero nel portabagagli. Un’altra ora di percorso, si fermarono e lo fecero scendere.

«Potete andare», disse una voce.

Due mani gli levarono il cappuccio e la prima cosa che vide fu il sorriso di Richard Hannay.

«Sai che l’arancione ti dona?» disse l’americano. «Devi scusarmi per la messa in scena, ma sono intervenute due squadre diverse e quelli che ti hanno portato qui non devono sapere chi sei.»

«Vestito di arancione?» rispose Valente. «Non credo che possiate proibire ai vostri agenti di leggere i giornali. A quest’ora non parleranno d’altro: ’Rocambolesca fuga del presunto assassino di Michele Foschi’.»

«Giornali, televisione, internet: tutto. Per gli agenti, vieni da Guantánamo e sei un pericoloso terrorista deciso a collaborare.»

«Suppongo che ti debba ringraziare, ma lo farò quando mi avrai tolto le manette.»

Hannay eseguì l’operazione con grande destrezza.

«Vieni», disse. «John ti aspetta.»

Lo condusse in un salotto arredato con mobili rustici e dipinti che ricordavano il selvaggio West; sulla parete di fronte c’era un camino acceso. John lo aspettava vestito con pantaloni di velluto e una camicia di flanella. Solo allora Giulio si accorse che faceva molto più freddo che a New York.

«Vieni vicino al fuoco», disse Buchan. «Mi sembra che tu abbia l’abilità di trovarti sistematicamente sul luogo di delitti che non hai commesso. Ti abbiamo trovato qualcosa di più confacente alla tua dignità. Cambiati, fatti una doccia con calma e poi pranzeremo; ho pescato due splendide trote.»

«Dimmi almeno dove siamo», disse Giulio.

«Vicino alle cascate del Niagara, ma dal lato canadese. Non preoccuparti; non ho intenzione di farti buttare giù. Per il momento, meno tempo passi negli Stati Uniti, meglio è. Qui siamo protetti da un mezzo reggimento di giubbe rosse.» Di fronte alla sorpresa di Valente, proseguì: «In fondo sono anche un po’ canadese. Dopo la guerra d’indipendenza una parte della famiglia volle restare fedele a re Giorgio e si rifugiò qui sotto la sua protezione; furono molto più numerosi di quanto la retorica patriottica di noi americani sia disposta ad ammettere. Comunque, nel mio caso i due rami continuarono a parlarsi e il legame si è mantenuto; un mio lontano parente fa parte dell’attuale governo canadese».

Dopo una lunga doccia e vestito in modo simile a Buchan, Giulio si presentò rinfrancato per il pranzo. Le trote erano effettivamente ottime. Era il primo pasto decente dopo il cibo della compagnia aerea, del commissariato di Brooklyn e di Rikers Island: difficile dire quale fosse stato il peggiore.

«Il vino è un bianco dell’Oregon. Spero che ti piaccia», disse John.

«Una semplice curiosità», disse Valente. «Sei uno degli uomini più potenti degli Stati Uniti.



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